Tutti i bimbi sono angeli

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domenica 23 novembre 2008

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Il grido del Pontefice in apertura del Tempo di Avvento:

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"Signore, dacci speranza e accorri in aiuto della tua Chiesa
Nella Basilica di San Pietro, in occasione della
celebrazione dei primi vespri dell'Avvento, sono risuonate forti le
parole del Salmo "Signore, accorri in mio aiuto!". "E' il grido - ha
commentato Benedetto XVI - di una persona che si sente in grave
pericolo, ma e' anche il grido della Chiesa fra le molteplici insidie
che la circondano, che minacciano la sua santita', quell'integrita'
irreprensibile di cui parla l'apostolo Paolo, che deve invece essere
conservata per la venuta del Signore". Per il Papa, "in questa
invocazione risuona anche il grido di tutti i giusti, di tutti coloro
che vogliono resistere al male, alle seduzioni di un benessere iniquo,
di piaceri offensivi della dignita' umana e della condizione dei
poveri". "L'Avvento - ha spiegato il Pontefice - e' per eccellenza la
stagione spirituale della speranza, e in esso la Chiesa intera e'
chiamata a diventare speranza, per se stessa e per il mondo. Tutto
l'organismo spirituale del Corpo mistico assume, per cosi' dire, il
'colore' della speranza. Tutto il popolo di Dio si rimette in cammino
attratto da questo mistero: che il nostro Dio e' 'il Dio che viene' e
ci chiama ad andargli incontro". L'annuncio della 'parusia', cioe' del
ritorno di Gesu' Cristo e', ha affermato inoltre Benedetto XVI, "una
speranza affidabile, non ingannevole". Una certezza che, ha concluso il
Santo Padre, ci mette "al riparo da qualsiasi tentazione di evasione e
di fuga dalla realtà", preservandoci "da una falsa speranza, che forse
vorrebbe entrare nell'Avvento e andare verso il Natale dimenticando la
drammaticita' della nostra esistenza personale e collettiva".


Vieni Signore Gesù in questo mondo martoriato, vieni presto in nostro aiuto!!!!


Maria Maistrini



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La Preghiera a Dio Padre

I nostri occhi non lo vedono, ma l'intelligenza e il cuore sanno che esiste. Gesù ci ha rivelato il suo volto. In Gesù Dio ci viene incontro e noi possiamo ascoltarlo e parlargli. Per il credente pregare è un esigenza. La preghiera nasce dalla fede e la nutre. Chi cessa di pregare, lentamente cesserà di credere. Il cristiano alla mattina e alla sera incontra il suo Dio nella preghiera: E' lo Spirito Santo che apre il suo cuore e le sue labbra. E' bello pregare da soli, nell'intimità della propria anima, Ma è bello pregare anche insieme, in famiglia. Una famiglia che prega rimane più facilmente unita nel vincolo dell'amore e della pace. Il cristiano prega con parole di fiducia, di lode, di ringraziamento e di pentimento, che gli salgono spontaneamente dall'intimo. Ma prega anche con le formule della tradizione cristiana. Con essa si unisce a Dio e a tutti i fratelli nella fede sparsi nel mondo, che per secoli le hanno pronunciate. Il cristiano ricorda sempre l'esempio e gli 'insegnamento di Gesù sulla preghiera. "Non stancatevi di pregare. Chiedete e riceverete; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto" (Lc 11,9). "Non chi dice: Signore, Signore, entrerà nel Regno dei Celi, ma chi fà la volontà del Padre mio" (Mt 7,21). La preghiera è un dialogo d'amore con Dio che deve continuare nella vita, vissuta come donazione. O la preghiera trasforma la vita o la vita eliminerà la preghiera. Per il credente pregare è vivere. Eglil prega perchè tutta la sua vita diventi una preghiera


. Ave Maria!Vieni a pregare con me

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Egli bussa alla porta del tuo cuore

puoi sentire la sua voce nel profondo
la pace più intensa, la gioia più grande..
Egli è per te, devi solo aprire la porta
e saprai di non essere mai solo perchè
lui avrà cura di te quando il sole
splenderà nel cielo e quando la tempesta
si scatenerà violenta sulla tua anima...

Ariel




AVE MARIA!

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PRATICHE Dl DEVOZIONE

La devozione alla Madonna è come un giardino ricco di aiuole fiorite. Ogni aiuola ha fiori belli e profumati. I colori e le forme diverse di fiori danno vaghezza d’incanto ad ogni aiuola e a tutto l’insieme del giardino.

Ogni aiuola è una pia pratica di amore alla Madonna. Ce ne sono tante! Riferirle tutte è impossibile. Ci limitiamo a quelle più importanti e più conosciute dai fedeli.


quali sono le pratiche della devozione alla Madonna?


La consacrazione a Maria
Il Santo Rosario
I cinque e i quindici sabati
Le “Tre Ave Maria”
L’Angelus Domini
La Medaglia miracolosa
Lo scapolare mariano
Il sabato a Maria
Maggio e ottobre a Maria


S. Paolo ha scritto che Dio sceglie le cose umili e deboli per confondere quelle grandi e forti (1 Cor 1,28) .

La Madonna donò la medaglia a S. Caterina Labouré, e da allora le grazie furono tali e tante, che la medaglia meritò giustamente l’appellativo di “miracolosa”.

L’amore dei Santi a questa medaglina è stato veramente grande. Portarla al collo, baciarla e ribaciarla, raccomandarla agli altri, farsene apostoli, è stato comune a Santi celebri e meno celebri.

Ricordiamo qualche esempio.

S. Caterina Labouré fu ardente propagatrice della medaglia miracolosa. Anche durante le rovine e le stragi della rivoluzione in Francia, ella curava i feriti, avvicinava soldati, parlava con persone di ogni specie: a tutti immancabilmente offriva la medaglia miracolosa quale pegno di grazia.

S. Teresina fin da piccola si rivelò ingegnosa apostola della medaglia miracolosa. C’era in casa sua una domestica incredula che non voleva sentir parlare di religione; ebbene, la piccola Teresa tanto fece che riuscì a farle prendere la medaglia miracolosa con la promessa di portarla al collo fino alla morte. In un’altra occasione, stando gli operai a far lavori in casa, la piccola Teresa si industriava a mettere la medaglia miracolosa nelle tasche delle loro giacche appese.

S. Massimiliano M. Kolbe è stato forse il massimo valorizzatore della medaglia miracolosa. Al suo vasto movimento mariano, la Milizia dell’Immacolata, egli affidò l’impegno particolare di “diffondere la medaglia miracolosa”; e tutti i membri della Milizia del l’Immacolata hanno l’obbligo di portare indosso la medaglia miracolosa.

Per S. Massimiliano le medaglie miracolose erano celesti “munizioni” e “proiettili” che fanno penetrare di forza la grazia nei cuori. Un episodio significativo gli accadde durante il ricovero nel sanatorio di Zakopane. Eccone la narrazione presa dalla sua vita: “Quando P. Kolbe si trovava a Zakopane fece la conoscenza di un certo intellettuale.

Ad ogni incontro lo pregava: “Signore, si confessi”. Ma quegli soleva rispondere: “Nulla da fare, Reverendo, la rispetto, Padre, ma non andrò a confes-sarmi; forse un’altra volta”. Dopo alcune settimane, questo signore, prima di partire, venne da P. Kolbe per accomiatarsi. Le ultime parole di P. Massimiliano furono: “Signore, vada a confessarsi...”. “La prego, Reverendo, non ho tempo, devo andare in fretta alla stazione”.

“Allora accetti almeno questa medaglia miracolosa”.

Il signore accettò per cortesia la medaglietta e si recò subito alla stazione ferroviaria. Intanto P. Massimiliano cadde in ginocchio per implorare dall’Immacolata la conversione dell’ostinato.

Oh, meraviglia! Dopo un istante qualcuno bussa alla porta ed entra il medesimo signore che aveva tanta fretta di prendere il treno. Sin dalla soglia esclama: “Padre, la prego di confessarmi””.

E chi non ricorda la conversione dell’ebreo incredulo Alfonso Ratisbonne a Roma? Ma è impossibile enumerare le grazie ottenute dalla medaglia miracolosa.

È più utile piuttosto imparare dai Santi, e particolarmente da S. Massimiliano, come industriarsi a seminare le medaglie miracolose dappertutto, regalandole direttamente alle persone o lasciandole a bella posta nei negozi, sui treni, negli uffici. Sempre fornito di queste piccole mine, quando S. Massimiliano non poteva fare altro per l’Immacolata, affidava a loro l’incarico di aprire qualche breccia nei cuori per far penetrare in tutti la Madonna.

Neppure a noi dovrebbe costare amare la medaglia miracolosa, portarla indosso, e utilizzarla come mezzo di apostolato mariano.

A volte noi ci preoccupiamo di che cosa fare per la Madonna. Ebbene, perché non fare apostolato mariano servendoci di un mezzo così semplice come la medaglia miracolosa, che può essere regalata o seminata dappertutto? Seguiamo gli esempi edificanti di S. Caterina Labouré, di S. Teresina, di S. Massimiliano Kolbe, e di molti altri Santi. Anche P. Pio da Pietrelcina aveva sempre le tasche rifornite di medaglie miracolose. Chi visita la sua cella, può veder un tavolinetto su cui c’è un pugno di medagline miracolose trovate nelle tasche di P. Pio alla sua morte.

Facciamo anche noi come i Santi.



ATTO DI CONSACRAZIONE ALL’IMMACOLATA

di S. Massimiliano M. Kolbe

O Immacolata Regina del cielo e della terra, rifugio dei peccatori e Madre nostra amorosissima, cui Dio volle affidare l’economia della Sua misericordia, ai Vostri piedi santissimi mi prostro io misero peccatore supplicandoVi di accettare tutto l’essere mio come cosa e proprietà Vostra.

A Voi, o Madre, offro tutte le facoltà dell’anima mia e del mio corpo, e nelle Vostre mani santissime rimetto la mia vita, la mia morte, la mia eternità, affinché d’ora in poi disponiate di tutto il mio essere come a Voi piace. Disponete di me, Vergine Immacolata, come volete per conseguire quello che è stato scritto di Voi: “Essa ti schiaccerà il capo”, e: “Tutte le eresie per Te sono state vinte nel mondo”.

Fate che nelle Vostre mani purissime e misericordiosissime io sia strumento adatto a farVi conoscere ed amare da tante anime tiepide e fuorviate, e accrescete così, quanto più è possibile, lo stuolo dei Vostri veri ammiratori ed amanti affinché si estenda in ogni luogo il Regno del Cuore Sacratissimo di Gesù.

Tanto farò, SS.ma Madre Immacolata, solamente col Vostro aiuto, perché dove siete Voi con la Vostra grazia, ivi soltanto si può effettuare la conversione e la santificazione delle anime, ivi soltanto si potrà stabilire il dolce Regno del Sacratissimo Cuore di Gesù. Amen.